Visione 7000
/ Ewald Frank
Language: italian
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6. DESTINATI A VIVERE IN COMUNIONE CON DIO





Secondo la volontà di Dio, fin dal principio gli uomini sono stati destinati a vivere in comunione con Lui. Per questo motivo, indipendentemente dalla loro religione o dalla loro razza, essi hanno la brama di adorare un essere supremo. Tutti sentono in sé un desiderio indefinibile di rendere omaggio a qualcosa o a qualcuno, a prescindere da come questo omaggio viene poi praticato. Se l’uomo non trova qualcosa di religioso a cui rendere omaggio, allora si rivolge alle ricchezze, alle passioni, allo sport, a qualche altro passatempo o anche ad un idolo. Questa profonda brama che ogni uomo, ricco o povero, porta in sé può essere soddisfatta per sempre soltanto con ciò che è divino.
Gli
Ebrei credenti pregano al Dio che si è presentato a loro personalmente al tempo
di Mosè come il Dio d’Israele. Un vero ebreo può credere solo all’unico
Dio, perché Egli stesso disse: “Ascolta, Israele: il Signore Iddio nostro è
l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Nell’Antico Testamento le parole
“Signore Iddio” — «Yahweh– Elohim» stanno scritte più o meno 6700
volte. Gli Ebrei credenti aspettano da un momento all’altro la venuta del
Messia e la ricostruzione del Tempio, come era stato loro promesso.
Anche
i Musulmani pregano il Dio unico che essi chiamano Allah. Il loro profeta
Maometto credeva che il Messia era stato generato dallo Spirito, negava però la
crocifissione di Cristo. Per lui, Egli era un grande Profeta e Messaggero di
Dio, che Dio prese alla fine del Suo ministerio, ma non il Redentore e Signore.
Maometto predicava il monoteismo assoluto, ma non aveva nessuna comprensione per
la rivelazione di Dio in Cristo e per la necessità della redenzione.
Gli
Indù credono nella loro trinità principale che consiste in Brahma, il
creatore, Visnu, il preservatore, e Siva, il distruttore e rinnovatore, come
pure in una moltitudine di dèi e pongono la loro fiducia nella dottrina che
l’uomo ritorni nella vita futura eventualmente come animale e attraversi un
continuo processo di purificazione finché raggiunga il traguardo finale. I
Buddisti credono nello stesso modo alla reincarnazione e puntano sulla
meditazione. Come nell’Induismo e nell’Islam, anche nel Buddismo si cerca
invano un messaggio divino che esprima la salvezza e una speranza per
l’Eternità, compresa la vittoria sulla morte. Però, una religione senza la
salvezza e una vera speranza non è una religione vana?
Quel
che importa è la «volontà di Dio» rivelata e confermata nella quale l’uomo
deve lasciarsi inserire. Ci fu un periodo in cui i primi uomini vissero in
diretta comunione con Dio il Signore nel giardino di Eden. In questa condizione
originale di innocenza non conoscevano né sofferenza né dolore, né malattia né
morte. Come creature dell’Eterno, essi erano destinati a vivere in eterno. Dio
il Signore li aveva dotati di libero arbitrio, in modo che potevano prendere le
proprie decisioni che avrebbero significato vita o morte; potevano scegliere tra
il bene e il male, tra l’ubbidienza e la disubbidienza, tra la fede e
l’incredulità. Così è ancora oggi per noi tutti. Fin dall’inizio, si
trattò dell’ubbidienza ed è proprio in ciò che essi mancarono, prima Eva,
poi Adamo. Lei diede ascolto alle argomentazioni e alle bugie di Satana sotto
forma di serpente, fu sedotta, cadde in trasgressione e trascinò con sé Adamo.
Così
il peccato originale era compiuto e, tramite la trasgressione del comandamento
di Dio, tutti e due caddero sotto l’influenza del diavolo e dovettero morire.
Dio il Signore attuò la Sua minaccia e li cacciò dal giardino di Eden. La
comunione con Lui fu interrotta, sofferenza, malattia e morte vennero sopra
tutta l’umanità, benché il nemico avesse promesso: “No, non morirete
affatto… e sarete come Dio…” (Genesi 3:4-5).