Mission Populaire Libre

Jésus-Christ est le même hier, aujourd'hui et éternellement" (Hèbreux 13:8)

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Nel Nuovo Testamento ci sono 162 Scritture che menzionano la legge in contesti completamente diversi. Un esame superficiale potrebbe portare alla conclusione che ci siano contraddizioni. Tuttavia, non è così. Ogni cosa è scritta dove appartiene. La stessa cosa si applica pure alla grazia.

“Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:17).

Il nostro Signore disse: “Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento. Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:17-18).

Paolo scrisse: “perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede” (Romani 10:4). Nella lingua greca, la parola “telos” qui è tradotta “fine”: Cristo è il fine della legge, la meta finale, vale a dire grazia e verità.

In Romani 3:20 è scritto: “perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato”.

Noi non avremmo saputo cosa fosse la trasgressione, il peccato — come una menzogna, l’adulterio o l’assassinio — se Dio non c’è l’avesse detto tramite la legge.

Pertanto, ecco la spiegazione: «Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: “Non concupire”» (Romani 7:7).

Senza la legge, non ci sarebbe stata alcuna trasgressione e quindi nessun giudizio. Senza la legge, lo Spirito Santo non avrebbe potuto convincere di peccato. Senza la condanna tramite la legge, la grazia e il perdono divino non avrebbero potuto aver luogo.

Tramite la nostra conversione, noi riceviamo il perdono assoluto di tutti i peccati e le trasgressioni. Mediante la fede nella completa opera di redenzione, ci è accordata la piena giustificazione. “…Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. Beato l'uomo a cui il Signore non imputerà il peccato” (Romani 4:7-8). Allo stesso tempo, ci è data la forza di vivere secondo la Parola e la Volontà di Dio.

Noi non siamo soltanto redenti dai peccati e dalle trasgressioni, ma anche dalla maledizione: «Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi poiché sta scritto: “Maledetto chiunque è appeso al legno…”» (Galati 3:13).

Sebbene Cristo ci abbia pienamente redenti, non ci ha mai dato il permesso di fare, durante il tempo della grazia, le cose che sono considerate trasgressioni o persino sotto maledizione. Al contrario, uno dei Dieci Comandamenti dichiara: “Non ucciderai”. Tuttavia, il Signore Gesù, disse al riguardo: «…Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere" e: "Chiunque ucciderà, sarà sottoposto al giudizio” …e chi gli avrà detto: "Stolto", sarà sottoposto al fuoco della Geenna» (Matteo 5:21-22).

Quando il Signore disse nella legge: “Non commetterai adulterio…” e “…non desidererai la moglie del tuo prossimo”, allora Egli non lo annullò per il tempo della grazia; anzi, Egli lo ribadisce dicendo persino: “…Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Matteo 5:28). Noi possiamo, allo stesso modo, riferirci a Deuteronomio 24, dove era permesso al marito di dare alla moglie un atto di divorzio: “Ma io vi dico: Chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, la fa essere adultera e chiunque sposa una donna ripudiata commette adulterio” (Matteo. 5:32).

Paolo ci lascia sapere la meta finale del suo apostolato: “…per mezzo del quale noi abbiamo ricevuto grazia e apostolato, per l'ubbidienza di fede fra tutte le genti per amore del suo nome…” (Romani 1:5). Egli ha mostrato come dovrebbe essere la vita dei veri credenti: “perché per mezzo della legge io sono morto alla legge, affinché io viva a Dio. Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Io non annullo la grazia di Dio perché, se la giustizia si ha per mezzo della legge, allora Cristo è morto invano” (Galati 2:19-21).

Tuttavia, egli si è riferito pure ai Dieci Comandamenti, per esempio, quando ha esortato i figli ad essere ubbidienti ai loro genitori: “Onora tuo padre e tua madre, questo è il primo comandamento con promessa…” (Efesini 6:1-2). Come Giudeo che era stato istruito nelle Scritture, egli conosceva inoltre le dodici maledizioni riportate in Deuteronomio 27, dove viene dichiarato in mezzo alle altre cose: “Maledetto chi disprezza suo padre o sua madre!” Perciò, chiunque disonora persino solo uno dei suoi genitori è sotto maledizione – non importa quanto piamente quell’individuo parli di grazia.

In merito al caso riportato in 1. Corinzi 5, Paolo, il quale viveva sotto la grazia, dovette dire: “ho deciso che quel tale sia dato in mano di Satana a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù” (v. 5). Egli, indubbiamente, aveva in mente Deuteronomio 27:20: «Maledetto chi si corica con la moglie di suo padre, perché ha sollevato il lembo della coperta di suo padre!". E tutto il popolo dirà: "Amen"».

Ciò che Dio disse nella legge è ugualmente valido per il tempo della grazia: «Difatti, colui che ha detto: “Non commettere adulterio”, ha anche detto: “Non uccidere”. Per cui se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge”» (Giacomo 2:11).

Paolo ammonisce seriamente la Chiesa: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1. Corinzi 6:9-10).

La grazia significa in realtà vivere la Parola, i Comandamenti. Dal nostro modo di vivere quotidiano, noi testimoniamo se siamo sotto la benedizione o sotto la maledizione. Quando qualcuno vive veramente sotto la grazia, vive realmente l’intera Parola di Dio. Ogni nazione sulla terra ha le sue proprie leggi, tuttavia, in normali circostanze, non possiamo entrare in conflitto con la legge durante l’arco della nostra vita. È così con i veri credenti, i veri figli di Dio: essi vivono sotto la grazia e non entrano in conflitto con la legge di Dio, né tantomeno in giudizio. E, se dovesse accadere ancora una volta, allora abbiamo Gesù Cristo come Avvocato che intercede per noi (1. Giovanni 2:1).

Egli stesso ci ha detto come possiamo adempiere interamente la Sua legge: «E Gesù gli disse: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente". Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti» (Matteo 22:37-40). Amen! I perdonati vivono ciò senza alcuno sforzo, poiché l’amore verso Dio e verso i loro fratelli e sorelle è sparso nei loro cuori.

Paolo scrisse ai Romani: “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. …L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore” (Romani 13:8-10). Chiunque ama il suo prossimo non gli toglie nulla, non gli fa del male, ma soltanto del bene e perciò soddisfa automaticamente tutte le richieste di Dio. Perciò, è pure dichiarato in Galati 5:14: «Tutta la legge infatti si adempie in questa unica parola: “Ama il tuo prossimo come te stesso”».

Sono beati tutti coloro nei quali riposa il compiacimento di Dio, ai quali si applica realmente questo: “Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito” (Romani 8:1-4).

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